CAUTERUCCIO GIANCARLO
CAUTERUCCIO GIANCARLO
Elezione: Regista, scenografo e attore, eletto Accademico Corrispondente della Classe di Architettura il 05.10.2016; eletto Accademico Corrispondente della Classe di Musica e Arti dello Spettacolo il 17.06.2023
Classe di appartenenza: Musica e Arti dello Spettacolo
Ruolo Accademico: Accademico Corrispondente
È nato il 2 luglio 1956 a Marano Marchesato (CS). Regista, scenografo, attore, formatosi da studi d’arte e di architettura presso l’Università degli Studi di Firenze, Cauteruccio è compreso nella schiera dei registi più innovativi nell’area della seconda avanguardia teatrale italiana, grazie alla sua specificità linguistica di ricerca e applicazione delle nuove tecnologie alle arti sceniche, perseguite dalla fine degli anni Settanta. Oggi, con oltre trent’anni di attività eclettica, continua a spaziare nei linguaggi tra il teatro, le arti visive, l’architettura, la video arte, applicando la sua esperienza nella ideazione, progettazione, direzione e realizzazione di spettacoli, progetti artistici, festival, rassegne.
Nel 1977 fonda a Firenze il gruppo Il Marchingegno, con cui opera fino al 1982, presentando le sue opere performative in spazi prestigiosi tra cui il Politecnico di Torino, il Museo d’Arte Moderna di Roma, il Forte Belvedere a Firenze, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Rondò di Bacco di Palazzo Pitti a Firenze, il Castello dell’Imperatore a Prato, il Castello Sant’Elmo di Napoli.
Nel 1982 dà vita al Gruppo di Ricerca Teatrale Multimedia Krypton – oggi Teatro Studio Krypton S.c.r.l., tra le prime compagnie italiane di teatro d’arte.
Fra l’impegno con la compagnia e suoi propri progetti, Cauteruccio conta al suo attivo oltre cinquanta regie di spettacoli programmati nei circuiti nazionali e internazionali. Sue opere sono state ospitate in importanti luoghi dal La Mama Theatre di New York al Teatro Mossoviet di Mosca, da Documenta a Kassel al Festival di Zagabria, da Oslo a Valencia, e Berlino. Sue opere video sono presenti nell’archivio della Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano. Nel 1986, come evento di apertura del festival Ars Electronica di Linz, Cauteruccio realizza il progetto speciale METAMORFOSI. Nella città austriaca allestisce per uno spazio di archeologia industriale una versione site specific dello spettacolo ANGELI DI LUCE, prodotto in Italia dal Teatro Metastasio di Prato; firma inoltre un inedito progetto di messa in scena de L’ORO DEL RENO di Richard Wagner su commissione dell’ente lirico austriaco nel grande auditorium della Brucknerhaus. Cauteruccio sviluppa dai primi anni Ottanta un personalissimo linguaggio in cui coniuga una visione spettacolare e poetica dello spazio architettonico e ambientale con le nuove tecnologie; è il Teatro Architettura, che dà luogo a memorabili progetti su scala urbana: INTERVALLO (1984) realizzato a Firenze sull’Arno; il già citato METAMORFOSI, che dopo Linz viene adattato per lo spazio rinascimentale di Piazza Santissima Annunziata a Firenze; AURORA ELETTRICA (1985), nella fiorentina Serra Roster o le opere all’Abbazia di San Galgano, al Parco della Versiliana a Pietrasanta, a Carrara, dove nel 2002 realizza un’opera di luce PAROLE DI PIETRA in una cava di marmo a 2000 metri di altezza nelle Alpi Apuane in occasione dell’XI Biennale della Scultura di Carrara, Scolpire la parola. Nello stesso anno allestisce OMAGGIO AL GENIO, una spettacolazione urbana per Palazzo e Piazza Strozzi a Firenze in occasione della mostra su Michelangelo Buonarroti, con il Comune di Firenze e il Centro Mostre Firenze. Tra le ultime esperienze legate a questa poetica si ricorda LABORATORIO PER L’ADDESTRAMENTO DELLA LUCE – NUOVE IRIDESCENZE, progetto per le celebrazioni del Centenario Futurista ‘FUTUROMA’, che poi ha poi trovato ulteriori scenari al Castello Normanno Svevo di Vibo Valentia, e in Toscana, al Castello dell’Imperatore di Prato. Tra le regie teatrali merita menzione uno degli spettacoli di esordio e premiato ENEIDE (1983), una rivisitazione spettacolare del poema di Virgilio, che si colloca come una pietra miliare delle esperienze dell’estetica postmoderna italiana con successi strepitosi anche oltreoceano, al La Mama Theatre di New York; seguendo la stessa linea poetica, di applicazione delle tecnologie ai linguaggi scenici, alla ricerca di un teatro possibile, seguono spettacoli come ANGELI DI LUCE DALL’APOCALISSE DI GIOVANNI(1984), CODICE, LUCE NEL VUOTO, di G. Compagno (1986), TIBET, I NOVE MILIARDI DI NOMI DI DIO, di G. Compagno e M. W. Bruno, PERICOLO, fino alla celebre ME-DEA di M. Palladini.
Con CORPO STERMINATO, presentato nello storico Chiostro Verde di Santa Maria Novella, Cauteruccio torna ad interrogarsi sul rapporto tra corpo e tecnologia, a distanza di quindici anni da CORPO, AMBIENT, VIDEO, LASER, spettacolo d’esordio. Negli stessi anni, mentre parallelamente prosegue una serrata indagine dell’universo di S. Beckett, Cauteruccio si confronta con altri fondamentali autori teatrali del ‘900. Da qui scaturiscono spettacoli come IL GUARDIANO, di H. Pinter (1999); UBU C’È, da Ubu Roi di A. Jarry, rappresentato integralmente nella traduzione e adattamento di G. Compagno che, nel 2005, entra nella terna del Premio ETI Gli Olimpici del Teatro per il migliore spettacolo di innovazione, e nel 2007 vale a Krypton il Premio Girulà della Città di Napoli come miglior spettacolo della stagione 2006 del Teatro Mercadante; LA MARCHE,di B.M.Koltès. Nel 2001 con DENTRO LA TEMPESTA, Cauteruccio affronta la drammaturgia di W. Shakespeare, sintetizzando in uno spettacolo di grande impatto la ricerca sul testo con una originale interpretazione in chiave contemporanea.
Tra gli autori italiani Cauteruccio intraprende proficui rapporti con N. Gennaro, L. Prosa (si ricorda tra tutti BANG BANG/IN CARE, 2006), S. Strati, e con l’eredità letteraria di C. Alvaro (il cui Lunga notte di Medea sarà oggetto di un lungo studio portato in scena in fasi successive) e di L. Pirandello, con l’adattamento teatrale di G. Manfridi di UNO, NESSUNO E CENTOMILA (per l’elenco completo delle regie firmate da Cauteruccio si rimanda alla lista allegata). Questo lungo percorso è oggetto della recente pubblicazione TEATRI DI LUCE – SPAZIO CORPO TECNOLOGIA, edito da Titivillus (giugno 2010) che comprende i contributi di M. Grande, P. V. Tondelli, S. Givone, C. Molinari, R. Palazzi, D. Evola, G. Bartolucci, L. Mango, F. Gurrieri, M. Canevacci, A. Caronia. Nel 1989 avvia il fortunato percorso nella drammaturgia di S. Beckett che lo porta a essere considerato dalla stampa e dagli studiosi uno dei maggiori metteur en scène beckettiani italiani. Dello scrittore di Dublino porta in scena varie pièces e frammenti beckettiani (FORSE – UNO STUDIO SU SAMUEL BECKETT, due edizioni de L’ULTIMO NASTRO DI KRAPP – quella del 2003 gli vale la candidatura al premio UBU come miglior attore – GIORNI FELICI, FINALE DI PARTITA, ATTO SENZA PAROLE 1 e NON IO). Con FINALE DI PARTITA compie un’operazione storica, proponendo uno dei maggiori testi teatrali del ‘900 nella traduzione in lingua calabrese a opera di J. Trumper. È la prima volta che nella storia del teatro contemporaneo italiano il dialetto calabrese si affaccia nel panorama nazionale, riscuotendo un successo inaspettato e scardinando ogni inibizione nei confronti di una parlata arcaica che rivela una grande potenza teatrale. In questa occasione debutta lo spettacolo TRITTICO BECKETTIANO che gli vale il premio dell’Ass. Nazionale Critici di Teatro per la miglior regia. In giugno 2010, ha firmato l’installazione/performance LO SGUARDO DI BECKETT, realizzata nel Cortile di Michelozzo a Palazzo Medici Riccardi di Firenze e dedicata all’evocazione di caratteri, oggetti e parole della drammaturgia del grande scrittore. Trasversalmente in tutta la sua carriera Cauteruccio coltiva il rapporto con la poesia e con i poeti. Molte delle sue opere vedono la collaborazione di autori come R. Carifi, M. Palladini, C. Bordini, G. Compagno, R. Mussapi; collabora inoltre con M. Luzi del quale mette in scena l’ultimo testo teatrale: OPUS FLORENTINUM, rappresentato nel Duomo di Firenze in tre diverse edizioni. Nel settembre 2002 presenta lo spettacolo OMAGGIO A DINO CAMPANA presso la Villa di Castelpulci di Scandicci, su incarico della Prov. di Firenze e dell’Università degli Studi di Firenze. Un capitolo importante delle attività artistiche di Cauteruccio riguarda l’uso della lingua calabrese e la sua legittimazione come lingua teatrale, sperimentazione avviata nel 1990 con uno spettacolo su Pitagora (TEOREMA, di M. W. Bruno, che nell’allestimento presentato al Teatro Mossoviet di Mosca includeva alcuni brani in calabrese), e prosegue con U JUOCU STA FINISCIENNU. Altri lavori improntati a questa scelta linguistica sono la trilogia PANZA, CRIANZA E RICORDANZA (2006), pubblicata nel volume edito dalle Edizioni della Meridiana, e nel 2007, PICCHÌ MI GUARDI SI TU SI MASCULU. In queste esperienze Cauteruccio recupera la sua lingua originaria alla ricerca di una impossibilità drammaturgica determinata dalla marginalità esistenziale dell’essere contemporaneo.
Le regie teatrali di Cauteruccio nel 2011 hanno riguardato una nuova edizione de IL PONTE DI PIETRA dell’autore canadese D. Danis, MITOCONTEST, un esperimento attivo sullo studio per musica, voce, digital video sulla tragedia greca, realizzato in collaborazione con Opera Academy di Verona, Acc. d’Arte Drammatica S. D’Amico, Maggio Fiorentino Formazione, con un brano originale del M. Fabio Vacchi. In maggio, G. Cauteruccio ha diretto CLAN+DESTINI , una performance con 100 profughi ospiti dei centri di accoglienza della Regione Toscana per il Festival Fabbrica Europa. In novembre ha firmato la regia di C.A.N.T.O. Visioni dal mito, una drammaturgia originale di P. L. Berdondini. Nel 2012 Cauteruccio ha scritto e diretto OA-Cinque atti teatrali sull’opera d’arte, un rivoluzionario progetto di messa in scena con la collaborazione di J. Kounellis, E. Castellani, A. Pirri, L. Cecchini e C. Volpi.
In dicembre dello stesso anno ha firmato la drammaturgia e la regia di CRASH TROADES ispirato a Le Troiane di Euripide, preceduto da un lungo lavoro progettuale e di work in progress che ha integrato formazione e produzione, un viaggio-laboratorio in Toscana, un cantiere in movimento con il primo allestimento nella storica Piazza delle Erbe di San Gimignano e un secondo allestimento nell’area industriale di Piombino, preludi all’arrivo nella scena del teatro.
Nel 2013 ha diretto con successo una nuova edizione di FINALE DI PARTITA di S. Beckett, che lo ha visto in scena anche come attore. In maggio ha curato la mise en espace L’ANNO DEL PENSIERO MAGICO di Joan Didion, andata in scena al Teatro della Pergola di Firenze con l’attrice Anna Bonaiuto.
In ottobre 2013 per la Biennale di Musica di Venezia ha curato la regia e la scenografia di due opere in prima esecuzione: L’ARTE E LA MANIERA DI AFFRONTARE IL PROPRIO CAPO PER CHIEDERGLI L’AUMENTO e LA MACCHINA, di Vittorio Montalti e Raffaele Grimaldi, opere di musica contemporanea commissionate dalla Biennale. Sempre per la Biennale nella sezione BIENNALE COLLEGE ha l’incarico di tutor per la regia.