“La ricercha della perfetione”. L’idea di scultura di Cosimo II tra manierismo e barocco

25 novembre
ore 17.00
Salone delle Adunanze, Accademia delle Arti del Disegno

“La ricercha della perfetione”
L’idea di scultura di Cosimo II
tra manierismo e barocco

Marco Betti

ABSTRACT

Con la scomparsa di Giambologna, gli scultori che operavano in Toscana nel primo quarto del Sei-cento si confrontarono con la pesante eredità, divisi – come sempre alla scomparsa di un grande maestro – tra perpetuare una tradizione gloriosa e farsi forieri di linguaggi innovativi. Quando, appena sei mesi dopo, morì Ferdinando I de’ Medici, anche il giovane successore Cosimo II dovette giocoforza confrontarsi con l’esempio paterno. Eppure, nonostante l’insorgere precoce della malattia (enfatizzata nell’Illuminismo antimediceo quale prodromo alla decadenza), il nuovo Granduca riuscì, nell’arco di soli vent’anni, in imprese culturali di straordinario valore, in un felice compendio tra la gloriosa committenza familiare e la forza dirompente dei nuovi talenti. In questo colloquio se ne osserva l’impronta nella scultura, per quanto attengono stile ed iconografia: se domina la scena la formazione di Boboli – dove prevalgono il marmo e la pietra serena (tramite autori quali Giovanni Caccini, Michelangelo Naccherino, Chiarissimo Fancelli, Orazio Mochi e Felice Palma, solo per citarne alcuni) – di eccellenza sono pure le opere in bronzo, di oreficeria e ceroplastica, né minore dignità hanno il restauro dell’antico e il richiamo al Vicino Oriente (soprattutto di area libanese).
Si esplorano infine i poliedrici interessi di Cosimo II e che, oltre a rivelarne la grande e raffinata cultura, rappresentano l’intelligente sintesi di Maniera ed estetica barocca in nuce, altresì tra il neoplatonismo di Ficino e la ‘moderna’ scienza galileiana, ovvero un fortunato connubio che sopravvive al principe e costituisce viatico indubbio per le generazioni artistiche successive.

 

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