JIMÉNEZ DEREDIA MARTÍNEZ JORGE ENRIQUE
JIMÉNEZ DEREDIA MARTÍNEZ JORGE ENRIQUE
Elezione: Scultore, eletto Accademico Corrispondente 3.10.2006
Classe di appartenenza: Scultura
Ruolo Accademico: Accademico Corrispondente
Jorge Enrique Jiménez Martínez, in arte Deredia, nasce a Heredia, in Costa Rica, il 4 ottobre 1954. Inizia l’attività di scultore negli anni 70, realizzando opere che evidenziano sia lo sviluppo di forme organiche modificate dall’ambiente, dalla forza di gravità e dalla crescita, sia influenze dell’arte precolombiana. A 22 anni, nel 1976, si trasferisce in Italia ed inizia a viaggiare per l’Europa; conosce artisti, critici, teorici dell’arte, giornalisti e mercanti che lo mettono in contatto con i principali movimenti artistici del Continente.
Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Carrara e, dal 1980 al 1986, frequenta la facoltà di architettura all’Università di Firenze. Il fervore intellettuale di quel periodo spinge lo scultore ad una riflessione che segnerà in maniera decisiva il suo lavoro artistico. L’intuizione di una visione globalizzante dell’essere e dell’universo si rafforzano grazie al recupero della cultura del suo paese natale ed in particolare delle sfere precolombiane degli antichi indiani Boruca che abitarono le terre costaricane. Quei misteriosi manufatti in pietra muovono lo scultore verso studi che riguardano sia la forma ed il materiale utilizzato, sia la funzione e la simbologia legata alla sfera e al cerchio. La fase di rinnovamento artistico è sottolineata anche dall’adozione del nome d’arte di Deredia, contrazione di “de – Heredia” (da – Heredia, proveniente da Heredia), sua città natale.
Nel 1985, compone le prime Genesi, opere che descrivono fasi distinte di mutazioni della materia nello spazio attraverso il tempo e pone le basi per la creazione della sua ideologia artistica: il Simbolismo Trasmutativo. Partecipa alle Biennali di Venezia nel 1988, 1993 e 1999; l’esperienza veneziana è segnata dall’incontro con il celebre teorico e critico d’arte Pierre Restany: l’amicizia e la collaborazione nata allora si rivelano determinanti anche per la crescita artistica ed intellettuale di Deredia, infatti, insieme al teorico francese, lo scultore pone le basi per costruire una visione d’identità culturale costaricana capace di comprendere la totalità del processo storico incorporando le culture precolombiane e la sua forte elaborazione simbolica.
Nel 1999, riceve il premio “Beato Angelico” per sottolineare la profonda spiritualità della sua produzione artistica e del suo pensiero laico. In occasione del Grande Giubileo del 2000, la Fabbrica di San Pietro commissiona allo scultore la realizzazione della statua marmorea di San Marcellino Champagnat, da collocare nella facciata sud della basilica di San Pietro in Vaticano, all’interno della nicchia centrale del transetto che fu progettata tra il 1544 ed il 1564 da Michelangelo Buonarroti. La scultura viene inaugurata da Papa Giovanni Paolo II, il 20 settembre del 2000 e Deredia diventa, così, il primo artista non europeo presente nel fulcro della Cristianità.
Nel 2006, dopo una grande mostra personale allestita nella città di Firenze, riceve la nomina di Accademico Corrispondente della Classe di Scultura, da parte dell’Accademia delle Arti del Disegno fiorentina, fondata da Cosimo I de’ Medici nel 1563. Nella lunga storia dell’Accademia furono nominati accademici, tra gli altri: Michelangelo Buonarroti, Tiziano, Tintoretto, Palladio e Galileo Galilei.
Da giugno a novembre del 2009, Deredia realizza una importante mostra personale nella città di Roma: 60 sculture si collocano in tre musei della città, nelle principali piazze e nei dintorni del Colosseo. In questa occasione, il Foro Romano apre le sue porte all’ arte contemporanea ospitando 10 monumentali complessi scultorei dell’artista lungo la Via Sacra.
La comprensione della sfera, elemento archetipico elevato a simbolo dell’opera derediana, conduce lo scultore alla concettualizzazione del Simbolismo Trasmutativo, una linea di pensiero oggi espressa nella Ruta de la Paz: un immenso progetto, che prevede nove complessi scultorei di grandi dimensioni in altrettanti Paesi del continente americano, dal Canada fino alla Terra del Fuoco in Argentin
In 47 anni di attività, questo singolare artista e pensatore latinoamericano ha creato opere monumentali per musei e luoghi pubblici in 16 diversi paesi di Europa, Asia, Stati Uniti d’America ed America Latina, e realizzato 50 mostre personali, oltre a partecipare a più di 100 collettive portando il suo messaggio di pace e di speranza con la più fisica delle arti: la scultura.