Cosimo II e Maria Maddalena stelle del firmamento spettacolare mediceo

23 gennaio - 23 gennaio
17.00
Sala delle Adunanze, Palazzo dell'Arte dei Beccai

Cosimo II e Maria Maddalena

stelle del firmamento spettacolare mediceo

 Sara Mamone

     ABSTRACT

 

Dopo le travolgenti sperimentazioni  della Pellegrina per gli eventi delle nozze del granduca Ferdinando con Cristina di Lorena   (1589) e la magniloquente replica per le nozze di Maria con Enrico IV di Francia  (1600), il regno di Cosimo II pare meno scintillante da un punto di vista dello  spettacolo. Forse perché ciò che a livello europeo è sperimentale, a Firenze è acquisito: il primato riconosciuto rende forse più interessante lo studio della diaspora dei fiorentini artefici della meraviglia che non l’indagine sulle repliche in terra di Toscana. La brevità del regno del quarto granduca è invece densa di vita spettacolare. Sono gli anni più fecondi dell’attività di Giulio Parigi che con Il giudizio di Paride  (1608) per le nozze di Cosimo con Maria Maddalena d’Austria  inaugura il suo servizio effettivo per la coppia che salirà al soglio granducale due anni dopo. Il decennio successivo sarà ricco di spettacoli che alterneranno la fastosa intermittenza degli allestimenti di corte ai più regolari spettacoli nelle stanze del principe.  Basta scorrere un approssimativo catalogo degli eventi del decennio per accorgersi del ruolo che lo spettacolo ebbe nella vita di corte di Cosimo  e della consorte che continuerà poi nella Reggenza le buone pratiche autocelebrative del decennio coniugale.  Per rendersi conto della ricchezza dell’universo che ruotava attorno ai due sovrani basta una lista, non certo esaustiva, degli architetti apparatori  granducali che in quegli anni fonderanno la fortuna del modello fiorentino in Europa: Cosimo Lotti, Baccio del Bianco, Costantino de’ Servi, Giulio Parigi e la sua scuola che in quegli anni  vide  le tappe di formazione di Inigo Jones e Joseph Furttenbach. Basta pensare alla presenza di Jacques Callot che, arrivato alla corte per volere di Cristina di Lorena,  lascerà Firenze solo dopo la morte di Cosimo. E che dire dei festeggiamenti e dell’ospitalità sontuosa all’emiro Faccardino e della lunga scia di pacifico esotismo che solcherà a lungo i mari, almeno quelli metaforici della scena?